Due settimane fa siamo stati all’evento di presentazione di due nuove Limited Edition di Nespresso, Arabica Ethiopia Harrar e Robusta Uganda, che celebrano i luoghi ai quali si attribuiscono le origini del caffè: l’Etiopia, culla del caffè Arabica, e l’Uganda, uno dei presunti luoghi di nascita del caffè Robusta.
All’evento un ospite d’eccezione, Francesco Pannofino (che per chi non lo sapesse è il doppiatore italiano di Geoge Clooney), ha prestato la sua voce per raccontare due miti affascinanti sulle origini del caffè che riportiamo di seguito.
I miti sulle origini del caffè
La culla di Arabica
“Capre che ballano.
Deve essere il caldo, pensò il vecchio monaco asciugandosi la fronte.
Era in cammino da ore, e per quanto ci fosse abituato ora sentiva la stanchezza; il caldo mi provoca strane visioni, pensò.
Vedeva alcune capre ballare intorno a un grande albero; si stropicciò gli occhi per pulire lo sguardo, per cancellare il miraggio e di nuovo osservò: niente da fare, le capre danzavano ancora al ritmo di una musica invisibile. Allora non è una visione, pensò il vecchio: è un prodigio. E prese a correre verso l’albero per poter vedere da vicino. Subito si accorse che le capre non erano da sole: con loro c’era il loro pastore.
Ehi, disse al pastore, che parve svegliarsi come da un sogno.
Che cosa succede? Perché ballano? Perché ballate?
Il pastore sorrise, si avvicinò al monaco e gli porse le mani: tra i palmi, come in una culla, portava un pugno di piccoli chicchi rossi; glieli porse come per offrirli, o forse per dire che quello era il motivo della danza. Il monaco prese un chicco tra le mani, mai visto prima, e poi guardò l’albero: le capre mangiavano quelle bacche dalle foglie e continuavano a ballare. Ne colse alcune ma decise di non assaggiarle; accese un fuoco per cuocerle e per vedere cosa sarebbe capitato.
Dopo pochi minuti, nell’aria si diffuse un vapore profumato, antico e segreto, e ora anche il monaco sorrideva eccitato; la sua stanchezza pareva svanita, sentiva le caviglie diventare preda di una musica colorata. Allora pestò le bacche già tostate dal fuoco, le mise nell’acqua, sorseggiò la bevanda e chiamò il pastore a sé.
Come ti chiami? Gli chiese.
Kaldi, disse il ragazzo.
Tieni, senti, assaggia.
Bevvero insieme, ai bordi dell’albero, mentre intorno le capre si adagiavano al sole.
Così dice la leggenda.
Così nacque Arabica, il primo caffè della storia.”
La culla di Robusta
“In amore fare a metà vale doppio. Uno diventa due e due diventa uno.
Me lo diceva sempre mia nonna. La prima volta che me lo disse avevo cinque anni, ed eravamo sulle rive del lago Victoria. Era la prima volta che partecipavo al rito, il rito del caffè. Era così emozionante stare lì, e vedere i due innamorati che dividevano il chicco… dopo il rito erano una cosa sola.
E domani tocca a me, a noi.
Da domani divideremo l’acqua, il pane, il letto, il cielo.
Qui in Buganda, in un solo punto, l’acqua si restringe così tanto che le due rive sembrano sfiorarsi… Su questa piccola linea azzurra oggi ci sposiamo: nella culla del lago, si chiama così.
Inizia il rito: un pezzo per te e un pezzo per me. Uno diventa due.
Qui da noi è tradizione. I nostri genitori divideranno la ciliegia del caffè, ma non un caffè qualunque; è una qualità che cresce solo qui, solo per noi, la chiamiamo Robusta: è il caffè del rito, che si tramanda da generazioni. E’ un frutto simbolico, ne riceveremo una parte a testa e la mangeremo occhi negli occhi: sarà il nostro patto. E’ la cosa più piccola che possiamo iniziare a dividere.
Una bacca, due chicchi.
Poi arriverà tutto il resto: l’acqua, il pane, il letto, il cielo.
Io voglio, tu vuoi: sì. Due diventa uno. Come diceva mia nonna.
Ora siamo uniti, e questi chicchi ne sono testimoni.
Vedi la luce del fuoco? Le nostre ombre guizzano allegre e si allungano fino alle stelle… Anche la musica è una e poi si sprigiona in tante piccole parti… Il caffè mi fa venire voglia di ballare! Anche l’amore mi fa venire voglia di ballare, di muovermi, di baciarti.
Sai di caffè, sai?
Vieni, dividiamo questa danza.
In amore fare a metà vale doppio.”
Le Limited Edition Nespresso
Ma scopriamo di più sulle Limited Edition Nespresso che celebrano le origini del caffè.
Arabica Ethiopia Harrar è un delizioso espresso con note di frutta matura, fiori freschi e con un corpo vellutato. 100% Arabica dall’Harrar, la regione in cui il caffè è stato per la prima volta commercializzato su larga scala ed esportato globalmente. Per gli amanti del Lungo, l’Arabica Ethiopia Harrar può essere degustata sia come Espresso (40 ml) che come Lungo (110 ml).
Robusta Uganda è un caffè sorprendentemente dolce e innegabilmente intenso, ricco di note di cacao. 100% Robusta. Lunghezza consigliata: Espresso (40ml) o Ristretto (25ml).
La purezza delle miscele di questi caffè fà sì che la loro qualità sia altissima e ciò si rispecchia nel loro gusto intenso e distintivo che ha ispirato lo Chef stellato Andra Berton nell’abbinamento con alcuni piatti salati e dolci che abbiamo degustato nel corso dell’evento. Sì, avete letto bene, abbiamo degustato il caffè in abbinamento ad alcune portate salate ed è stata un’esperienza unica e molto gustosa.
Conoscevate i miti sulle origini del caffè? Lo avete mai sorseggiato accanto a dei piatti salati? Vi piacciono gli abbinamenti proposti dallo Chef Andrea Berton? Fateci sapere cosa ne pensate.
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Angela Belcastro
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