Il mio primo giorno di Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica è iniziato con il nuovo film di Sono Sion, Jigoku de naze warui (tradotto Why don’t you play in hell?), presentato in concorso nella sezione Orizzonti di Venezia 70.
Si tratta di un film giapponese, un vero e proprio tributo all’arte cinematografica e all’evoluzione della tecnica cinematografica stessa.
Why don’t you play in hell? è una commedia pulp che racconta una faida tra opposti clan della Yakuza e al contempo parla di amore: un amore familiare e un amore romantico. Violenza estrema e ilarità si mescolano e vengono conditi con una satira spudorata alla filmografia e alla televisione giapponese e con una riflessione circa la contaminazione della cultura nipponica con quella occidentale.
Why don’t you play in hell? racconta di un’impresa suicida, della produzione di un film epico che parte dalla realtà e la trascende in un surrealismo pacificatorio che tralascia riflessioni morali di sorta.
Un ritornello dispettoso si fa spazio sin dall’inizio nella mente dei personaggi come degli spettatori e diventa una dolce tortura che accompagna l’intera vicenda.
Divertitevi ad individuare le numerose citazioni al cinema di genere e se ne avete voglia condividetele con un commento.
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Angela Belcastro
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