Sabato scorso, passeggiando per il centro in un piacevole tepore primaverile, sono capitata, insieme agli instancabili L e G, davanti un nuovo negozio di Corso Vittorio Emanuele a Milano.
Da brava “milanese”, mi sono messa in fila per accedervi ed ecco che, poco dopo, è arrivato il mio turno.
Fin qui tutto regolare. Ormai, dopo l’apertura di Abercrombie, siamo abituati a fare file chilometriche per entrare in un negozio di abbigliamento. Ma quello in cui mi sono imbattuta è uno store del tutto particolare che ha aperto i battenti il 26 marzo scorso.
Si tratta di Kilo Fascion, punto vendita della Lilla International Spa, un’azienda di Brescia che si occupa del riposizionamento delle eccedenze nel mercato della moda (fashion re-marketing – per intenderci, organizza la vendita di merce outlet) provenienti dai cinque continenti gestendo circa un milione di capi a stagione.
Sembrerebbe un normalissimo outlet che offre un assortimento di capi di abbigliamento, griffati e non, ma la specialità di questo negozio è che i vestiti sono venduti a peso!
(Occorre però precisare che questa tipologia di vendita non rappresenta un’innovazione assoluta; lo spaccio di abiti a peso è una pratica consueta nel mercato dell’usato!)
Gli articoli, suddivisi in diverse categorie sulla base della qualità, della rinomanza del marchio e della “anzianità” ( nel senso di anno o “epoca” di lancio sul mercato), sono muniti di doppio cartellino: uno, quello originale, riportante taglia e la marca, l’altro indicante il prezzo “al grammo”, che parte da 6 fino ad arrivare a 95 cent di euro, e il tasto della bilancia su cui pesare gli articoli (così come se si stesse comprando un kilo di mele al supermercato).
Le categorie sono (in ordine ascendente):
- loadoff (colore verde);
- good: (giallo, designa i capi del marchio di proprietà di Lilla International Spa- private label);
- better: (rosso);
- best o premium (blu);
- superbest o super-premium (oro).
Il design dello store è volutamente poco curato, frugale, stile mercato rionale.
Si sviluppa su due piani, il -1 è dedicato alla donna e ai bambini e alla biancheria per la casa, il -2 è dedicato agli accessori, alle calzature e all’abbigliamento uomo.
I vestiti sono disposti su carrelli appendiabiti o addirittura su semplici banconi. La quantità abnorme di prodotti inizialmente fa venire l’acquolina in bocca ma dopo poco provoca come un senso di soffocamento per cui bisogna stare attenti a farsi prendere dall’euforia.
Purtroppo sabato, a causa dell’esorbitante affluenza, non tutto era sistemato per taglia e così si era costretti a guardare attentamente in ogni angolo per trovare l’agognato affare.
A questo proposito è il caso di fare un appello: per favore lasciate mariti e fidanzati a casa o all’entrata, o spediteli al piano inferiore perchè lo spazio è limitato e loro, se non sono ben allenati, rischiano di ingombrare e fare danni.
Una volta fatta la faticosa selezione degli abiti, acquistabili max 10 per volta, gli addetti alla bilancia (unica assistenza alla vendita presente nello store) pesano i vestiti e, se decidete di acquistarli, li prezzano.
Purtroppo però, non siamo ancora abituati a questo tipo di esperienza di vendita e ciò comporta la non immediatezza nel valutare il prezzo della merce e il fatto che un pomeriggio intero si può passare selezionando abiti che poi non si acquistano perché magari non sono poi così “leggeri”.
Il locale è ben illuminato così che ogni eventuale e piccolo difetto della merce risalta facilmente agli occhi anche dei più pigri.
I camerini sono pochi (se ricordo bene solo due al piano -1) pertanto la tentazione di acquistare d’impulso, senza provare, è alta e si corre il rischio di comprare “bellissimi” abiti dalle linee poco attuali o poco adatte al nostro corpo. In particolare bisogna fare attenzione al fatto che alcuni capi riportano taglia francese per cui una 40 corrisponde, in realtà, ad una 44 italiana!
In luoghi del genere è possibile fare affari d’oro a patto che si abbia un’occhio attento e la pazienza infinita per passare in rassegna ogni singolo capo.
I prezzi sono da outlet e la merce sembra quella che poco tempo fa si vedeva nei temporary store dall’insegna rosa neon in centro a Milano.
Tra i marchi che ricordo: Guess, Fiorucci, Moschino, John Galliano, Byblos, Emanuel Ungaro, Sandro Ferrone, Pepe Jeans, Seventy, Valentino, Moschino, D&G, NafNaf.
Un acquisto in questo store pone non poche opportunità ma altrettante difficoltà:
– Pro:
- assortimento ampio e vario per prezzi, taglie, stile e genere e conseguente elevata possibilità di concludere buoni affari;
- frequenti rifornimenti di prodotti;
- possibilità di guardare e valutare attentamente e sotto una luce adeguata la merce;
- l’assortimento soddisfa le aspettative dei clienti;
– Contro:
- alto rischio di acquisti sbagliati e d’impulso con conseguenti pianti di coccodrillo;
- difficoltà ad individuare il valore economico di un abito perché il prezzo viene apposto sull’etichetta solo dopo aver selezionato la merce e ciò comporta il pericolo di perdere molto tempo senza completare l’acquisto.
Spero che queste considerazioni possano guidarvi, o anche solo ispirarvi, nell’esplorare Kilo Fascion.
Rendetemi partecipe dei vostri “affari”, ditemi se avete trovato utili i miei avvertimenti o se la pensate diversamente da me.
Aspetto i vostri commenti.
Angela Belcastro
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