Oggi vi propongo un post un po’ diverso dal solito. Un tantino più personale perché sto attraversando una fase in cui devo rimettere insieme alcuni pezzi di me che in passato avevo dato in custodia ad un’altra persona e mi sono imbattuta in alcuni scritti a dir poco esilaranti che avevo redatto un po’ di tempo fa. Sì, ho riletto i miei diari e mi sono divertita tantissimo.
Perché scrivere un diario
Non so se le adolescenti di oggi sono abituate a scrivere un diario o se Snapchat, Instagram, il blog e le altre piattaforme del momento assorbano tutte le loro attenzioni, ma quello che posso dire secondo la mia esperienza è che i miei vecchi diari ogni tanto li vado a rileggere e mi regalano delle emozioni, il mio vecchio blog di My Space non so più neanche come raggiungerlo (e quindi non so più come ritrovare quella parte di me che gli avevo affidato).
Inoltre, sul web non si è mai del tutto sinceri e alcune cose davvero personali non si esternalizzano sui Social e così queste emozioni, se non sono fissate altrove, possono col tempo passare di mente e sparire per sempre.
In buona sostanza, prescindendo dal fascino della carta scritta, dai segni del tempo e degli allegati fisici come foto, fiori, biglietti e chi più ne ha più ne metta, scrivere un diario è importante perché rappresenta un luogo fisico in cui raccontarsi prima e ritrovarsi all’occorrenza senza temere che questa tecnologia diventi obsoleta.
Io e il diario
Per quanto mi riguarda, gli unici due momenti durante i quali riesco a scrivere un diario con costanza sono l’inizio e la fine di un amore (non necessariamente verso una persona, magari verso un progetto o un luogo che visito e che mi emoziona). In questi periodi non tralascio proprio nessun dettaglio delle esperienze che vivo e delle sensazioni che provo.
Probabilmente lo faccio per cercare di intrappolare, almeno su carta, quella bellezza e quella sensazione di benessere degli inizi che indubbiamente con il tempo svanirà, un po’ per abitudine, un po’ perché non si può essere sempre euforici. Stesso discorso vale per la fine di un qualcosa (un amore, un lavoro, …). Quando inizio a sentire che qualcosa non va più ecco che inizio un nuovo diario e fiumi di parole scorrono dalla mia penna su una carta, in genere a righe. Probabilmente voglio appuntarmi cosa mi fa soffrire e cosa mi ferisce e ricavarne in futuro un qualche insegnamento.
Ed ecco che tra una “passione” e l’altra, e solo in questi momenti, questi diari vengono riaperti per ritrovare una parte di me che nel frattempo ho dimenticato o che non riesco a vedere e, sempre, sia che si tratti delle parole scritte all’inizio sia che si tratti di quelle della fine di un qualcosa, mi strappano qualche sorriso. Sarà forse perché in genere sono parole di una teen (visto che, ad esempio, la mia ultima relazione è iniziata un bel po’ di anni fa) o forse perché sembrano scritte con una lucidità e una saggezza che non credo di possedere neanche mentre scrivo questo post, ma ogni volta mi regalo un sorriso.
Per questo ho deciso di condividere con voi un estratto dai miei diari. Se vi piacerà ne pubblicherò altri.
Prologo – L’euforia
Si tratta di alcune parole che ho scritto molti anni fa dopo aver acquisito la consapevolezza di essermi innamorata di un ragazzo. Il classico tema da diario, lo so.
Oggi è successa una cosa bellissima. Dopo tanti punti interrogativi, momenti statici in cui ogni passo falso poteva rappresentare la fine o riportarci al punto di partenza, dopo tante insicurezze e problemi futili ma a quanto pare cruciali, dopo aver definito ciò che siamo … ecco, ho sentito che lo amo. Spero lo abbia percepito anche lui ma sicuramente non può vedere il luccichio nei miei occhi mentre scrivo queste parole. Sono sicura di quello che provo e scriverlo, metterlo nero su bianco, cementa ancora di più questa certezza. Ogni pensiero va a lui, ogni suo contatto provoca sensazioni fortissime, sto vivendo un momento sublime. Quando siamo insieme tutto il resto si annulla e mi sento felice. Felice che per qualche istante sia mio e solo mio. Non sopporterei di dovermi allontanare da lui come non sopporterei che mi venisse portato via, magari dal fantasma di una ex troppo fresca, importante, lasciata per orgoglio. Ma non voglio che in queste pagine, come nella nostra relazione, si parli di fantasmi del genere quindi chiudo qui. Scriverò più avanti della NOSTRA storia, incerta sul divenire della stessa ma finalmente FELICE.
Avete mai scritto qualcosa di simile? Vi siete mai sentite così?
Dopo aver letto questo post volete iniziare a scrivere un diario ma non sapete da dove partire? Qui trovate una guida utile.
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Angela Belcastro
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