Siamo andati a vedere il nuovo film di Wonder Woman e in questo post vi diciamo cosa ne pensiamo, senza filtri.
Wonder Woman – Femminismo 4.0 con il vestitino di Xena
In effetti anche lei era una principessa guerriera, ma aveva più mordente di questa noia mortale fatta di perfezione estetica ad oggi eccessiva, piroette, spadoni e sguardi vuoti.
Xena, non a caso amatissima e indimenticata, aveva dentro di sé quella forza provocatoria della donna forte e ribelle, in controtendenza per l’epoca, persino mascolina e sessualmente ambigua, che manca a questo film buonista e patinato.
Il nuovo femminismo pensato per ragazzine, o forse bambine, è un fumettone vecchio e pavido nella sostanza – oltre la forma scintillante – bello lento e poco avvincente, in un periodo in cui persino la DC ha prodotto qualcosadi (timidamente) politicamente scorretto come Suicide Squad.
La protagonista, Gal Gadot, (miss Israele 2004, una da film impegnati tipo Fast & Furious) priva di quasi qualsiasi fascino e dotata di poca convinzione nel ruolo, si arma di tante (troppe?) buone intenzioni e scende dal piedistallo dell’isola popolata da supersvestite fanciulle di marmo per salvare il mondo minacciato dai nazisti in piena guerra mondiale.
In poche parole non sa dove si trova, né chi l’abbia creata (manco nella storia originale si capisce se vi interessa, per alcuni è pure un frutto dell’inseminazione artificiale, roba da pazzi) è vestita a caso, è figlia di un dio e ne cerca un altro tra le uniformi militari (il caro Ares, che secondo un filone sulle confuse origini è il suo maestro, qui sembra un incrocio tra il professor Lupin di Harry Potter e un minotauro e rappresenta il male assoluto) per farlo fuori con una grande spada tipo quella di re Artù e riportare la pace.
L’inconsistenza del personaggio, forse palese anche agli sceneggiatori, non a caso è contornata di omuncoli ridicoli (tra cui anche un Ewen Bremner apparentemente più strafatto che in Trainspotting) nella speranza di portare divertimento e mordente alla storia, ma di cui fino alla fine non capiamo il senso (se non quello di suggerire che gli uomini o sono causa del male o non servono a niente).
Vi risparmio voli pindarici sulla filosofia di fondo, che ragiona sul bene e il male presenti nell’umanità (sarà il diavolo-Ares a portare distruzione o gli uomini a crearla da soli?) in modo piuttosto scontato (già visto, tutto già visto), con la conclusione hippy che alla fine “viva l’amore e volemose bene” con i nostri difetti e punti neri (che Wonder Woman non ha, ovviamente).
Alla fine, se non ci si è addormentati, si salva ben poco di questo sforzo cinematografico che ha perso l’occasione di dare una veste nuova ad un personaggio che per quello che è sempre stato (come per il suo speculare Marvel, leggermente più fortunato, Capitan America) politicamente troppo corretto ed è oggi anacronistico, stantio e poco credibile.
Cosa ci è piaciuto di questa Wonder Woman?
Salviamo la scena dello scontro amazzoni-soldati nei primi minuti, una sorta di strana battaglia indiani-cowboy di un western girato tra mondi ed epoche diverse e il povero Chris Pine, il vero eroe della vicenda (e l’unico a non sembrare ridicolo).
Cosa proprio non ci è andato giù?
Non si salva Wonder Woman, diva senza macchia e dalle affermazioni degne di Miss Italia, perfetta nel suo fisico da overdose di Pilates, un po’ milf o po’ “sono nata ieri”, zuccherosa e fuori dal mondo (non so quale, diciamo tutti).
Ragazze non ascoltatela, in particolare quando dice alla spia inglese che ha appena salvato con voce monocorde “sono io il tuo uomo”. Brividi.
E voi cosa ne pensate? Avete visto o pensate di guardare Wonder Woman il film (nonostante questa recensione pungente)? Fateci sapere.
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Matteo Sola
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